Regolamentazione Crowdfunding l’Italia in attesa

Regolamentazione Crowdfunding l’Italia in attesa

Regolamentazione Crowdfunding l’Italia in attesa 998 668 Academy Immobiliare

Con l’introduzione della normativa Consob sul crowdfunding si aprono grandi opportunità per i portali italiani che possono finalmente estendere la loro operatività nei paesi Ue, ma che nel contempo saranno chiamati a fronteggiare un’incrementata concorrenza con l’ arrivo degli operatori stranieri. Una regolamentazione sul crowdfunding, che da fenomeno visto con scetticismo è ormai assunto a strumento di finanza alternativa al tradizionale finanziamento bancario, rispetto alla quale l’Italia è in attesa.

Ma il problema che si pone è un altro, almeno per l’Italia.

Nel 2012 l’Italia è stato il primo paese a introdurre una disciplina specifica per il crowdfunding (equity- based) e poi nel 2013 il Regolamento Consob sulla raccolta di capitali di rischio tramite portali online. Ma a differenza di paesi quali, Francia, Germania, Spagna, Malta e Lituania, a meno di cinque mesi all’ avvio del Regolamento Europeo (a novembre termina il periodo transitorio dopo l’ entrata in vigore nel novembre scorso)  le autorità competenti a sovraintedere la materia e il regolamento attuativo restano aspetti ancora da definire.

«È incomprensibile la ragione per la quale il Governo italiano non sia ancora riuscito neppure a designare l’ autorità nazionale competente per il rilascio delle autorizzazioni ai fornitori di servizi di crowdfunding – sottolinea Sergio Zocchi, presidente di ItaliaFintech. In prossimità della scadenza di novembre 2022 è forte la preoccupazione per il rischio di blocco dell’ intero comparto del crowdfunding italiano, che dà lavoro a migliaia di persone e fornisce risorse finanziarie a decine di migliaia di micro e piccole aziende del nostro Paese». Come spiegano dall’associazione, oltre 100 operatori sono in attesa di informazioni fondamentali per poter proseguire la propria attività in Italia, e molti nuovi operatori sono impossibilitati ad avviare nuove iniziative.

I portali di crowdfunding guardano all’estero

Una regolamentazione sul crowdfunding e l’Italia è in attesa. Così vi sono così alcuni portali che si stanno preparando a lasciare l’ Italia o quanto meno a guardare oltre frontiera, come CrowdFundMe, quotata su Egm.

«Non abbiamo visibilità sul futuro e non ci vengono comunicate le tempistiche – sottolinea Tommaso Baldissera Pacchetti, ad di CrowdFundMe che con l’ apporto di Trusters, appena rilevata, è arrivata a 110 milioni di raccolta dal 2016 – la nostra maggiore preoccupazione è che sia garantita la continuità aziendale. Per questo stiamo valutando Spagna, Malta e Lituania».

Quale il rischio

Senza un tempestivo intervento l’italia rischia di trovarsi in una situazione di forte svantaggio competitivo rispetto ad altri paesi. I portali di crowdfunding  potrebbero registrare una perdita di attrattività  e essere costretti a trasferire talenti e capitali in altri Paesi europei.

Quali sono i motivi di questo ritardo?

«L’ Italia non ha ancora completato il processo di allineamento del quadro normativo interno alle nuove disposizioni del Regolamento europeo sui prestatori di servizi di crowdfunding e dunque non è ancora possibile ottenere l’ autorizzazione -in Italia. Mentre gli operatori autorizzati in altri stati dell’ Unione possono attivare il “passaporto” europeo per operare in Italia – spiega Alessandro Portolano, partner Chiomenti – e in un mercato come quello del crowdfunding per definizione digitale, gli operatori possono essere portati a valutare l’ opzione di insediarsi in altri Stati membri».

Consob e Banca d’Italia indicate come organi competenti indicati nella bozza, ma allora?
In realtà, Consob e Banca d’ Italia sarebbe indicate come organi competenti nei rispettivi ambiti in una bozza del regolamento. Oltre alla definizione delle Autorità e dei compiti di vigilanza, occorre fare scelte coerenti sul piano sistematico con tutta l’architettura della regolamentazione finanziaria.«Il problema è che il provvedimento è inserito nel Decreto Infrazioni che rischia di passare a settembre – dettaglia l’ onorevole leghista Giulio Centemero che il primo giugno ha presentato sul punto un’ interrogazione in Commissione finanza-. Non ci sono questioni ostative è solo un problema legato alla macchina burocratica al quale ovviare ad esempio con un emendamento nel Decreto Aiuti o in quello Pnrr che vanno al voto in luglio». «

Bisogna fare tutto entro novembre: ce la faremo? 

Quando arriverà il decreto che identificherà ad esempio Consob come autorità competente, il rischio è che l’ emanazione della normativa Ue e del decreto italiano non siano sufficienti, ma che serva comunque una regolamentazione interna di 3° livello. Impresa impossibile, fare tutto entro novembre.

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