Crowdfunding e Regolamento europeo: un salto di qualità
Crowdfunding e Regolamento europeo: un salto di qualità. È quanto emerso lo scorso giovedì 4 novembre nel webinar organizzato da Academyimmobiliare, piattaforma informativa e formativa, verticale su temi di fintech, real estate e innovazione digitale, che ha visto oltre 400 iscritti e operatori ed esperti, di mercato e di normativa sul crowdfunding, confrontarsi sull’impatto delle novità che verranno introdotte a breve dal nuovo regolamento europeo.
Quanto vale l’industria del crowdfunding in Italia?
A rispondere è Giancarlo Giudici, Professore ordinario di corporate finance al Politecnico di Milano e Responsabile dell’Osservatorio sul crowdinvesting dell’ateneo: “dal report pubblicato lo scorso luglio, che fotografa il mercato del crowdinvesting fino al primo semestre 2021, emerge una crescita notevole in Italia, non solo in termini numerici, ma anche qualitativi. Per crowdinvesting intendiamo la parte dell’industria del crowdfunding legata a un investimento, quindi al prestito di denaro a imprese, in cambio di una remunerazione del capitale stesso o della promessa di rimborso, o alla sottoscrizione di capitale di rischio (equity).
“L’industria del crowdinvesting in Italia ha mobilitato, nel solo primo semestre 2021, quasi 35o milioni di euro, di cui la maggior parte attribuibile al lending all’imprese. Anche la parte immobiliare ha un ruolo molto importante, se si considera che fa leva sui capitali che arrivano da piccoli risparmiatori retail, senza poter beneficiare della potenza di fuoco dei grandi investitori istituzionali, artefici della crescita dei volumi del comparto lending. In quest’ultimo vi sono portali più generalisti e quelli più focalizzati in ambito immobiliare, tutti in forte crescita. Il mercato, oltre alle forme di prestito di denaro in cambio del rimborso di capitale e degli interessi maturati (lending), e all’investire, acquistando quote o partecipazioni azionarie e diventando soci della società (equity), si sta aprendo ad altre opportunità, come il collocamento di titoli obbligazionari, minibond, emessi dalle imprese. Al momento però, per quest’ultimi, i numeri sono ancora modesti.
Il mercato, a parte i primi mesi di marzo del 2020, in cui vi è stata qualche incertezza fisiologica, non ha per nulla risentito delle difficoltà legate alla pandemia. Anzi le imprese hanno trovato un canale alternativo e affidabile, in una situazione di crisi di liquidità momentanea, per differenziare il credito bancario”.
È un mercato per investitori retail o anche per risparmiatori?
“È un mercato per tutti. Partecipano volentieri piccoli risparmiatori, sia in equity, sia in lending, e soprattutto nell’immobiliare. Spesso, in quest’ultimo, nel comparto lending, le campagne si chiudono in tempi record. Ma c’è spazio anche per i club deal e per gli investitori più professionali”, risponde Giudici.
Cosa ci si attende per il secondo semestre 2021? La nuova normativa avrà un impatto sui dati di mercato?
“Per il secondo semestre 2021, dichiara Giudici, si attendono cifre ancor superiori, sia grazie alla raccolta in equity, che sta andando molto bene, sia in lending. Ritengo che la nuova normativa non impatterà su quella che sarebbe stata la dinamica del mercato in assenza della stessa, perlomeno nel breve termine. Non mi attendo l’arrivo immediato di piattaforme dall’estero, né la corsa di italiane verso l’estero, chi ci ha tentato, seppur in assenza del regolamento, ha avuto qualche difficoltà. E prevedo una crescita dei volumi anche per il prossimo anno”.
Un salto di qualità con il nuovo regolamento europeo. Ma quali sono le principali novità che introdurrà a breve?
“Senz’altro la principale novità è l’introduzione dell’unica licenza, (passaporto), per operare in tutta l’Unione Europea”, afferma Umberto Piattelli, Avvocato e Partner di Osborne Clarke. “E’ un aspetto non banale; non sono molte le licenze che consentono un’operatività transfrontaliera, senza complicazioni ulteriori una volta ottenuta. Avremo anche la licenza per la fornitura di servizi nel lending crowdfunding, assente fino ad ora in Italia, che rende le piattaforme attive in questo settore più simili a quelle di equity, con maggiore tutela per gli investitori/finanziatori. A ciò si aggiunge la necessità di identificare e valutare nel tempo la qualità degli investitori, accertando se gli stessi possano essere qualificati o meno come “sofisticati”. Oltre a garantire un adeguato contenuto della scheda riportante informazioni chiare sull’investimento, l’adozione di procedure idonee per assicurare informazioni veritiere, complete e corrette, così come la predisposizione di piani di continuità aziendale, sempre a maggiore tutela degli investitori”.
Finalmente un quadro normativo sul crowdfunding completo?
“Purtroppo no, non ancora, prosegue Piattelli. Il 10 novembre 2021 saranno emanate le regole tecniche da parte dell’EBA, tuttavia per quelle di competenza dell’ESMA occorrerà attendere sino al 10 maggio 2022 (periodo transitorio). Un aspetto non banale per gli operatori del mercato che si apprestano ad affrontare il cambiamento, se si considera che trattasi di norme tecniche che sono necessarie proprio a completare il quadro regolamentare di riferimento”.
Un regolamento europeo che sprona a un salto di qualità. Fa paura agli operatori di mercato? Come ci si sta attrezzando?
Per il lending grandi novità
“”Crowdfunding e Regolamento europeo:un salto di qualità, è certamente vero nel lending, afferma Andrea Maffi, Founder di Trusters, prima piattaforma di lending crowdfunding immobiliare 100% Made in Italy”.
“Il lending, prosegue Maffi, è stato fortemente penalizzato dalla mancanza di una normativa chiara. Nel 2017 quando ho fondato Trusters, in aggiunta alle usuali difficoltà di ogni start up, non poter contare su un quadro normativo specifico ha reso ancor più arduo lo sviluppo del business e la credibilità della piattaforma”.
Grande fatica in assenza di una normativa specifica
“Abbiamo dovuto fare molti sforzi per dimostrare nel concreto la validità del modello e l’affidabilità della piattaforma, implementando tutto quanto potesse esser funzionale al contenimento non solo dei rischi per i nostri finanziatori, ma anche del rischio reputazionale per Trusters. Così, in tempi non sospetti, abbiamo identificato criteri ben precisi e prudenziali per l’ammissione o meno delle società proponenti (ad es. solo quelle con uno storico positivo nel settore) e dei progetti immobiliari presentati in piattaforma. Abbiamo condotto audit e due diligence e implementato un sistema di rating per la validazione di società e di progetti immobiliari. L’adozione della blockchain è stata una nostra iniziativa per favorire la massima trasparenza sui dati inerenti agli asset immobiliari. Così come il lancio di un’ Academy per favorire la conoscenza del fintech, del crowdfunding e del real estate. E stiamo lavorando a forme di garanzia ulteriori per i nostri utenti”.
Un ampliamento del raggio d’azione
“Accolgo con molto favore, prosegue Maffi, l’entrata in vigore del nuovo regolamento europeo perché, se da un lato ci sprona a continuare sulla strada intrapresa, ossia quella di offrire servizi di qualità supportati da sistemi organizzativi e di monitoraggio ancor più robusti, dall’altro ci consente di ampliare il raggio d’azione, non solo all’equity, ma anche in tutta Europa. Un’ Europa dove il lending raccoglie moltissimo e l’Italia resta il fanalino di coda. Dunque la licenza unica del nuovo regolamento europeo è un’ottima notizia. Il mio personale tentativo è quello di raggiungere una platea molto più ampia, rispetto all’investitore retail, a cui resto affezionato perché sin dal principio ci ha dato fiducia e ancora rappresenta il nostro core business. Certo occorrerà fare più investimenti per irrobustirci, sia sul piano degli organici, inserendo figure specialistiche, sia sul piano procedurale e di continuità aziendale. Ma sono entusiasta di poter proporre prodotti italiani all’estero, divulgare e aiutare investitori stranieri a investire nel nostro Made in Italy”.
Dall’equity enfasi sulla maggiore consapevolezza
“L’equity, comparto in cui opero, afferma Carlo Allevi, Founder di WeAreStarting, piattaforma di equity crowdfunding a favore di PMI e imprese, è già molto normato. Il regolamento europeo tuttavia, uniformando il “campo di gioco”, rende tutto più comprensibile anche per gli investitori, spesso attratti stagionalmente da varie novità, che talvolta sono anche le meno serie sul mercato. Questo, a mio parere, con il nuovo regolamento, non potrà più accadere. Tutti saremo molto più consci delle strade più corrette da intraprendere.”
Internazionalizzazione e maggiori responsabilità
“Il tema dell’internazionalizzazione inoltre è una grande opportunità, prosegue Allevi. Gli asset italiani, ad esempio le PMI del settore food, piacciono molto agli investitori esteri, anche in termini di rendimenti, sono piccoli gioielli molto appetibili. L’esistenza di un mercato unico, molto grande e trasversale, è un elemento di discontinuità importante. Sprona a una maggiore responsabilità, fiducia, voglia e disponibilità a migliorare sempre di più in qualità, non solo nei servizi offerti, ma anche nei processi di gestione interna. Servizi di pagamento, sistemi di reporting, attività di investor relations, gestione dei conflitti ecc., ad esempio, non necessariamente devono essere servizi offerti dalle singole piattaforme, ma anche da nuovi operatori specializzati”.
Dall’equity un richiamo al giusto timing per fare il salto di qualità
“Con il regolamento unico europeo la competizione aumenterà e vedrà l’arrivo delle piattaforme di altri Paesi. La perplessità c’è dunque su alcuni temi chiave, come la tassazione, e sul timing. Mancando pezzi di normativa si può andare avanti, ci stiamo già attrezzando e irrobustendo, lato organizzativo, finanziario e procedurale, ma fino a un certo punto. La chiarezza premia, sia gli operatori di mercato, sia gli investitori, e il timing è essenziale. Ben venga dunque essere più strutturati, ma senza rischiare diseconomie, (ad es. con il rafforzamento di organici non pienamente occupati ecc.), perché il nuovo regolamento non è ancora compiutamente a regime. Non vedo l’ora di cimentarmi in questo nuovo campo di gioco. Ma non vorrei che, venisse impiegato troppo tempo per definire il quadro regolamentare. Non vorrei che nell’anno che abbiamo davanti per completare la transizione, restino pochi mesi per adeguarsi alla nuova normativa. Tuttavia sono fiducioso.”
Crowdfunding e Regolamento europeo: un salto di qualità con opportunità e potenziale inespresso molto forti
“Crowdfunding e Regolamento europeo:un salto di qualità”, specie di fronte a un potenziale ancora fortemente inespresso.
Un salto di qualità in un mercato ancora molto concentrato
“Il mercato risulta ancora molto concentrato ed elitario“, afferma Giudici. “Chi investe in quest’asset class sono ancora poche migliaia di persone. Sulle piattaforme equity la distribuzione per età è molto focalizzata e per genere è a campana. Le donne sono ancora lontane rispetto al mondo del crowdfunding e mancano i contributi dei più senior, che potrebbero essere patrimonialmente più rilevanti”.
Educazione finanziaria fondamentale per fare il salto di qualità
“Ben vengano dunque iniziative come questa di Academyimmobiliare, conclude Giudici, volte a fare chiarezza e aumentare la conoscenza. L’auspicio è che il nuovo regolamento europeo possa essere l’occasione per le piattaforme di fare un ulteriore salto di qualità nell’informativa, nella trasparenza e nella professionalità. Tutto ciò per dare all’investitore un servizio sempre migliore” .
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